In un mercato del lavoro in continua trasformazione, la formazione delle risorse umane non è più un’opzione accessoria, ma un elemento strutturale della competitività aziendale. Investire nelle competenze significa investire nella capacità dell’impresa di adattarsi, innovare, crescere. Tuttavia, molte aziende – soprattutto le piccole e medie – esitano a pianificare attività formative strutturate, spesso per motivi economici o organizzativi. Ed è proprio in questo contesto che la formazione finanziata si rivela uno strumento strategico di grande valore.
Parlare di formazione finanziata significa, in concreto, fare riferimento a strumenti pubblici che permettono alle imprese di ottenere un rimborso – parziale o totale – dei costi sostenuti per formare il proprio personale. Si tratta di misure attivate attraverso fondi pubblici, fondi interprofessionali o bandi regionali e nazionali. La logica è semplice, ma potente: sostenere la crescita del capitale umano senza gravare in modo diretto sui bilanci aziendali.
Nonostante la sua rilevanza, la formazione finanziata rimane, in molti casi, una risorsa sottoutilizzata. Alcune imprese non ne sono a conoscenza, altre ritengono il sistema troppo complesso, altre ancora temono che le procedure burocratiche superino i benefici ottenibili. In realtà, con una buona pianificazione e un approccio corretto, accedere alla formazione finanziata è spesso più semplice di quanto si creda.
Il cuore del sistema è rappresentato dai Fondi Interprofessionali, organismi autorizzati a livello nazionale, nati per promuovere la formazione continua dei lavoratori. Ogni impresa può aderire gratuitamente a un fondo, attraverso il versamento dello 0,30% dei contributi INPS destinati alla formazione. Quella che spesso viene percepita come una voce di costo obbligatoria può, invece, trasformarsi in un credito formativo a disposizione dell’impresa stessa.
A questi si affiancano ulteriori misure promosse da Regioni, Ministeri e Agenzie nazionali, spesso finanziate attraverso risorse europee (Fondo Sociale Europeo) e orientate a sostenere l’occupabilità, l’aggiornamento professionale, la digitalizzazione e la transizione verde.
Al di là del beneficio economico diretto – che pure è rilevante – il vero valore della formazione finanziata è di natura strategica. Offrire ai propri dipendenti percorsi formativi qualificati significa potenziare la capacità aziendale di affrontare il cambiamento, aggiornare i processi interni, migliorare la qualità del servizio, aumentare la produttività e la soddisfazione interna.
In un’epoca in cui la tecnologia evolve rapidamente, le normative cambiano con frequenza e i mercati sono sempre più esigenti, le competenze diventano obsolete in tempi molto brevi. La formazione continua consente di mantenere aggiornati i profili professionali, colmando eventuali gap e anticipando le esigenze future. Tutto questo può essere realizzato, almeno in parte, a costo zero o con un investimento minimo, se si accede correttamente alle opportunità offerte dalla formazione finanziata.
Un altro aspetto da considerare è quello culturale. Un’azienda che investe nella formazione trasmette un messaggio chiaro, sia all’interno che all’esterno: la crescita delle persone è un valore. Questo ha effetti positivi sul clima aziendale, sulla fidelizzazione dei collaboratori e sull’attrattività dell’impresa nei confronti di nuovi talenti.
Un progetto di formazione finanziata non nasce per caso. Richiede una fase iniziale di analisi dei fabbisogni, in cui si individuano le aree critiche o di sviluppo in cui intervenire. Da lì si passa alla progettazione vera e propria dei corsi, alla scelta dei docenti o degli enti erogatori, fino alla formalizzazione della richiesta di finanziamento. A seconda dello strumento utilizzato, possono esserci scadenze da rispettare, documentazione da presentare e rendicontazioni da predisporre.
È proprio questa apparente complessità a scoraggiare molte imprese. Ma oggi esistono strumenti e supporti – anche tecnologici – che semplificano notevolmente la gestione dell’intero processo. Inoltre, una volta compreso il funzionamento, è possibile integrare stabilmente la formazione finanziata nella pianificazione aziendale, utilizzandola in modo ricorrente per aggiornare le competenze nei vari ambiti: sicurezza, digitalizzazione, soft skills, nuove tecnologie, internazionalizzazione, transizione ecologica, solo per citarne alcuni.
Importante è anche considerare la flessibilità dello strumento: i corsi possono essere svolti in presenza o a distanza, individualmente o in piccoli gruppi, all’interno dell’orario lavorativo o in orari concordati. Questa elasticità rende la formazione compatibile con le esigenze operative dell’impresa, riducendo l’impatto sull’organizzazione del lavoro.
La formazione finanziata rappresenta una leva concreta e accessibile per la crescita delle imprese, spesso ancora poco valorizzata. Non si tratta solo di un modo per risparmiare, ma di un’opportunità per costruire valore nel tempo, migliorare l’efficienza interna, accrescere la competitività e affrontare con maggiore preparazione le sfide del futuro.
Comprendere come funziona, conoscerne le dinamiche e pianificarla con metodo può fare la differenza tra un’azienda che subisce il cambiamento e una che lo governa. In un’epoca in cui il capitale umano è la vera risorsa strategica, imparare a investire sulle persone, anche grazie agli strumenti di finanziamento disponibili, è una scelta non solo virtuosa, ma intelligente.